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Se il Software Libero “conquista” la redazione…

Un caso di successo: il settimanale Vita Trentina e la scelta dell’Open Source

Un caso di successo: il settimanale Vita Trentina e la scelta dell’Open Source

 

Di Augusto Goio

Interno giorno. La redazione di un settimanale di provincia. In sottofondo, l’intramontabile De Andrè con la sua “Bocca di rosa” sovrasta il fruscio del condizionatore. “Ti sei ricordato di refreshare la cache?”. Il messaggio lampeggia insistentemente sullo schermo. Vediamo chi l’ha inviato. Viene dal pc 014 della rete aziendale. “Aho, nun t’allargà!”, digito rapidamente nella finestrella del programmino che usiamo per le comunicazioni veloci tra colleghi.

Da quando, quattro-cinque anni fa, nella redazione di Vita Trentina, il settimanale edito dal 1926 da una cooperativa che fa capo alla Diocesi di Trento, ci siamo posti il problema di come diffondere a un pubblico più ampio dei fedeli 16 mila lettori in abbonamento i contenuti della nostra rivista, ne è passata di acqua sotto i ponti. Anzi, sarebbe meglio dire, ne sono passati di (chilo)bites dentro la fibra ottica… Tanto che oggi perfino l’ottimo collega giornalista dalla penna brillante, ma decisamente negato, per sua stessa ammissione, nei confronti di tutto ciò che riguarda la tecnologia, si prende la briga (“e di certo il gusto”) di darmi il consiglio giusto!

Ma andiamo con ordine. Cominciando dai numeri: cinquanta, cinquantuno numeri all’anno; circa 150 articoli a numero, dalle “aperture” fino alle “brevi” di poche righe, distribuiti su un numero di pagine variabile da 32 a 48; mediamente non meno di cento foto a colori; cinque giornalisti in redazione più una rete di una cinquantina tra collaboratori e corrispondenti.

Come raggiungere l’obiettivo di mettere in rete in un sito Internet tutti i contenuti prodotti, creando nel contempo un archivio di testi e immagini, valorizzando pure, nel contempo, i contributi audio della radio diocesana? Un’analisi di quanto disponibile sul mercato lasciava insoddisfatti. Sia pure ancora confusamente, intuivamo che doveva esserci un’altra strada, rispetto a quella fino ad allora battuta in ambito editoriale di affiancare, alla redazione del giornale o della rivista, una redazione per l’online, o di partire dall’impaginato e da qui, in qualche modo, “tradurre” e inviare i materiali all’ambiente online. Volevamo inoltre affrancarci quanto più possibile da soluzioni dedicate e/o proprietarie, per orientarci verso applicazioni Open Source ben documentate e supportate da una vasta comunità.

Il confronto con il consulente informatico che nel frattempo ci aveva affiancato in questo lavoro e l’osservazione di esperienze maturate in altri campi sul territorio locale, come quelle nate nell’ambiente dal Linux Trent Oltrefersina, suggerivano di porre particolare attenzione ai formati (standard e aperti), alle licenze, all’interoperabilità.

Anche l’esame di altre, ben più grandi realtà editoriali sia italiane sia estere – per dimensioni aziendali e tirature – ci rafforzava nell’idea che fosse necessario un cambiamento radicale di prospettiva: la diffusione dei contenuti su web non doveva più essere vista come “accessoria” rispetto alla pubblicazione cartacea; piuttosto, il web e la rivista dovevano essere pensati come “punti di uscita” diversi, destinati a “pubblici” diversi, di un unico flusso di produzione dei contenuti.

In base a queste considerazioni, la scelta conseguente è stata quella di optare per una piattaforma software che, senza stravolgere le pratiche abituali di “confezionamento” del settimanale, fosse in grado di ricevere articoli e foto prodotti dai giornalisti e dai collaboratori esterni e di gestire l’intero flusso produttivo (anche a distanza, cioè fuori dalla redazione), inviando ai grafici impaginatori contenuti in formati adeguati all’impaginazione stessa (immagini ad alta risoluzione, testi formattati…) e nel contempo distribuendoli agevolmente su web.

Dove siamo andati a parare? Gli “addetti ai lavori” l’avranno già indovinato, identificando in quanto descritto un’architettura di tipo ESB (Enterprise Service Bus). Tradotto per chi mastica poco “informatichese”, significava mettere a punto un’architettura orientata ai servizi, una sorta di “scatola magica” capace di accogliere determinati contenuti in entrata e di restituirli, in uscita, opportunamente rielaborati, a canali diversi, verso pubblici diversi.

La scelta è ricaduta su eZ publish (ez.no), un robusto Content Management Framework – ossia un ambiente di sviluppo per creare CMS – Open Source, gratuito, con una comunità di sviluppo ampia e composta di aziende che già lavorano nel campo dei media, ben documentato e altamente flessibile e personalizzabile ai vari livelli, a seconda delle competenze (grafiche, di programmazione, ecc.). Oltrettutto eZ publish, usato da molti periodici europei (come quelli dei gruppi Lagardere, Prisma-Press, Hachette-Rusconi), è sviluppato in PHP5, usa database Mysql o Postgresql, che sono tra i linguaggi e database più diffusi al mondo. Moltissime funzionalità di base, come la gestione delle bozze, che permette la redazione di contenuti a più mani, e la gestione avanzata degli utenti, dei gruppi e dei ruoli, lo rendono ideale per una redazione complessa (impaginatori, giornalisti, collaboratori, direzione, amministrazione, ecc.) e distribuita nel territorio (in quanto il sistema è interamente accessibile via web).

Entrando più nel dettaglio, ecco alcune delle esigenze meglio soddisfatte da questa piattaforma, che l’hanno fata prevalere nella nostra realtà editoriale rispetto ad altri tra i principali modelli di CMS distribuiti con licenza GPL:

  • la particolare attenzione all’utilizzo del codice HTML: tableless 1, vicino ai criteri di accessibilità e usabilità, con utilizzo accurato dei fogli di stile ( CSS 2 )

  • l’agevole implementazione di nuove tipologie di oggetti, funzionalità che consente tempi di progettazione e sviluppo di database molto rapidi

  • l’ambiente di amministrazione (back-end) particolarmente intuitivo e familiare, che consente ai redattori e ai webmaster di apprenderne il funzionamento con poche ore di formazione, talvolta svolte solamente a distanza: ricorda l’applicazione di gestione risorse di un computer, con cui praticamente tutti abbiamo confidenza; tutti gli oggetti creati nel database vengono infatti rappresentati come cartelle e file di diverso tipo

  • la predisposizione per l’utilizzo delle tecnologie informatiche più moderne, dal sistema RSS 3 ai web services in SOAP 4 , dall’utilizzo di XML 5 per l’interoperabilità con altri portali implementati in tecnologie diverse all’autenticazione sicura tramite LDAP 6

  • l’utilizzo della tecnologia LAMP (Linux, Apache, Mysql, Php), che lo rende più familiare alla maggior parte degli sviluppatori web e lo rende potenzialmente collocabile in hosting presso qualsiasi webfarm.

Partendo da questa robusta piattaforma, abbiamo sviluppato un’estensione – battezzata “eZ magazine” – per la gestione dei contenuti editoriali.

EZ magazine consente alla redazione di gestire il timone della rivista (lo schema ordinato delle pagine) per mezzo di un’interfaccia semplice e intuitiva. Attraverso il browser è possibile spostare le pagine, trascinarle nella posizione corretta, rinominare le testatine di pagina, associare un menabò (stile) alle pagine della rivista. I redattori, il direttore, il settore pubblicità e marketing e l’amministrazione hanno il controllo sullo stato di avanzamento dell’intera rivista, ciascuno per quanto gli compete, in modo tale che a colpo d’occhio è possibile prendere atto della situazione e apportare eventuali modifiche. Anche il controllo sullo stato di avanzamento della singola pagina è totale: i contenuti caricati (testo, immagini) vengono confrontati con le regole previste dal menabò di pagina, consentendo il controllo della lunghezza degli articoli, del numero di immagini per ogni articolo, del numero di articoli per ogni pagina.

Un’interfaccia semplificata consente di caricare nella piattaforma, con un semplice clic, tutti gli articoli di una pagina (upload multiplo), prodotti in OpenDocument Type, il formato della suite per ufficio Open Source “OpenOffice”, oggi standard Iso riconosciuto. Le immagini eventualmente presenti nell’articolo vengono a loro volta caricate nella piattaforma, alimentando l’archivio multimediale. I grafici impaginatori possono quindi estrarre tutti gli articoli nel formato riconosciuto dal software per l’impaginazione in uso presso Vita Trentina.

La piattaforma è predisposta per supportare API e Web Services (REST e SOAP), interfacce che prevedono la connessione con altre piattaforme presenti in rete.

L’utilizzo di eZ magazine, in definitiva, permette di memorizzare, catalogare, archiviare e ricercare pezzi, immagini ed altri file multimediali con grande potenza e fruibilità. E’ stata soddisfatta una delle principali richieste dei giornalisti, e cioè quella di non dover ribattere o ricopiare i pezzi, ma di scriverli una sola volta e con facilità riassegnarli ai vari media di uscita (in questo momento, l’edizione cartacea di Vita Trentina e il sito web), permettendo di arricchire gli articoli con informazioni aggiuntive specifiche del media di pubblicazione.

Quali vantaggi sono derivati dalla scelta di software Open Source? In primo luogo, la riduzione dei costi delle licenze che riguardano, in questo scenario, la classificazione dei contenuti, l’editing dei testi e la loro pubblicazione sul web (al momento, i software per la creazione e l’elaborazione di altri contenuti quali i layout dell’impaginazione cartacea vengono ancora gestiti da software specializzati il cui licencing non rientra nell’area Open Source).

Ma questo non è il solo risultato, e forse neppure il principale.

Il cambiamento delle nostre modalità di lavoro, che comunque, come osservato in precedenza, non ha stravolto abitudini consolidate (“Mi piace cominciare a scrivere un pezzo partendo dal foglio bianco”, ama ripetere un collega che sta a Vita Trentina dai tempi della “Lettera 22”, la famosa macchina da scrivere prodotta dalla Olivetti), e l’introduzione del Software Libero in un ambito redazionale e aziendale piuttosto conservatore almeno dal punto di vista tecnologico, nel quale gli applicativi utilizzati erano tutti rigorosamente proprietari, ha significato scoprire i colli di bottiglia del flusso di produzione dei contenuti prodotti, dialogare più intensamente tra i vari reparti, interrogarsi sul significato del nostro lavoro editoriale “ai tempi di Internet” e del web 2.0, rimettere in discussione le modalità di diffusione dei contenuti stessi. Ne è un risvolto pratico la scelta, condivisa, di attribuire agli articoli licenze di tipo Creative Commons, in luogo del “vecchio” copyright.

Va detto che, a partire dalla redazione, il graduale passaggio alla piattaforma eZ magazine – reso effettivo nell’ottobre 2006 in occasione degli 80 anni di vita del settimanale, ma tuttora in fase di costante aggiornamento e miglioramento – è stato assorbito senza grossi traumi.

L’obiettivo è ora quello di perfezionare ulteriormente la piattaforma e di distribuirla in maniera libera e gratuita, nella speranza che si diffonda e che venga utilizzata anche da altri media. In questa direzione vanno i contatti avviati con il CentroOs della Fondazione Bruno Kessler di Trento, il centro di competenza della Provincia di Trento diretto da Bruno Caprile.

Questo rientra pienamente nella teoria economica del dono, strategia diffusa nel mondo del Software Libero e dell’Open Source, che punta sulla circolazione dell’informazione, sulla condivisione della conoscenza e sull’apporto della comunità (di sviluppatori) per assicurare il costante miglioramento di software come la suite per ufficio OpenOffice, il browser Firefox, e lo stesso sistema operativo Linux. Concetti come condivisione, comunità, dono che, a ben guardare, sono ben noti e praticati all’interno di quel mondo ecclesiale rispetto al quale il settimanale diocesano di Trento è sia megafono sia, talvolta, voce critica.

1Tableless: caratteristica del codice HTML di non presentare oggetti di tipo tabella (tecnicamente, il tag <table>), comunemente utilizzato per disporre i contenuti nelle pagine web; l’uso delle tabelle e’ uno dei principali motivi di inaccessibilità ai contenuti dei siti, e rappresenta un enorme spreco di banda

2CSS (Cascading Style Sheet): tecnica di gestione degli stili di testo in HTML dinamico (DTML), che consente di modificare le caratteristiche di formattazione delle pagine di un sito Internet tramite gli stili

3RSS: acronimo per RDF Site Summary, è un metodo per descrivere contenuti che possono essere forniti a chi pubblica informazioni su Internet. È parte del progetto XML e aderisce alle specifiche del W3C. E’ comunemente utilizzato per scambiare titoli, link, sintesi e testi di articoli

4SOAP (Simple Object Access Protocol): indipendente dal linguaggio e dalla piattaforma, consente la comunicazione automatica tra più sistemi informatici, in termini di scambio ed elaborazione di documenti XML; particolarmente utile per sviluppare i web services, è comunemente utilizzato per interrogare più database contemporaneamente, anche residenti su server diversi

5XML: insieme di regole (linee guida, convenzioni…) per formulare dei file in formato testo che permettano di “strutturare” i dati, ossia di fornire loro una forma ed un significato; rende facile la generazione di dati tramite un computer, la lettura dei dati e il controllo sulla struttura in modo che non sia ambigua. XML evita le pecche comuni dei linguaggi: è estensibile, indipendente dalla piattaforma e supporta i parametri internazionali e locali

6LDAP (Lightweight Directory Access Protocol): protocollo dei server di posta elettronica che consente la ricerca di indirizzi negli elenchi presenti su Internet. Consente inoltre di tenere un elenco degli utenti locali del server e di condividerli con gli altri server LDAP

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