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Puppi Linux: poche esigenze, tante prestazioni

Di Paolo Faeti

Di Paolo Faeti

Qualche anno fa stavo facendo degli studi sulle macchine virtuali di VMware, e mi capitò di scaricarne una precaricata con una piccola distribuzione di Linux.
Questa piccola versione girava talmente bene sulle VM che mi venne voglia di  provarla “dal vero”, ovvero su di una partizione dedicata del mio hard disk.
Da allora ho seguito con grande interesse lo sviluppo di Puppy Linux, ricavandone diverse soddisfazioni ed accumulando una serie di conoscenze utilizzabili anche per altre distribuzioni.
Le innumerevoli release di Puppy hanno in comune un installer facile ed intuitivo, che guida l’utente passo a passo, senza grosse fatiche o sorprese.
Dato il numero di pacchetti sviluppati da una ampia comunità di utenti e/o sviluppatori, è facile trovare già pronto qualcosa che funzioni sull’hardware che si ha a disposizione, e si possono poi facilmente scaricare ed installare ulteriori software, che permettono di personalizzare la propria installazione, e magari di sviluppare una nuova versione….
Mia moglie ed io siamo operatori sanitari, ed al momento abbiamo in uso cinque installazioni di Puppy, delle quali quattro su computer desktop.
Un vecchio Pentium II a 333 MHz è tornato a nuova vita nel mio Studio, e gestisce l’archivio completo delle radiografie in formato elettronico.
A casa, un annoso Cyrix MII con 128 MB di RAM gira perfettamente con il pacchetto TeenPup, ed è la piattaforma preferita da mia moglie per la navigazione Web (niente paura dei virus, finalmente…), l’aggiornamento ECM e l’elaborazione di testi.
Puppy scalda i suoi muscoli anche su tre diversi Pentium IV, di varie età, che io e mia moglie usiamo sia per il nostro lavoro che per lo svago.
Fra le qualità di questo sistema metterei la facilità di impiego, e la possibilità di funzionare anche senza una vera e propria installazione sull’Hard Disk, facendo boot da CD,da floppy o da chiavette USB.
La completezza nel riconoscimento dell’hardware è quasi leggendaria, ed è inferiore solo a quella di Knoppix, che è però una distro molto più voluminosa.
Puppy è infatti una sorta di “coltello svizzero” di tanti tecnici ed operatori informatici sul campo.
Un piccolo limite di Puppy Linux sta nel fatto che la più parte delle release è in Inglese. Ve ne sono peraltro almeno due in Italiano. La prima è piuttosto minimalista, e con un tema del desktop dedicato alle mitiche auto Ferrari.
L’ altra è molto più completa, è adatta ad un pubblico molto ampio,e prende il nome da Ogigia, la mitica isola della ninfa Calipso, che seppe stregare persino Ulisse.
Dopo diversi anni di vita operativa questo cucciolo è più gioioso e vitale che mai, ed io sono sicuro che ben presto molti altri Italiani impareranno a lavorare ed a giocare con lui.

I siti Web di Puppy Linux:
http://www.puppylinux.org/
http://www.puppylinux.org/localization/italiano

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