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Delibera del Consiglio Comunale del Comune di Trento n.119 del 2010

Testo originale in PDF.
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VERBALE DI DELIBERAZIONE N. 119
del Consiglio comunale
Protocollo n. 2010/90556
Oggetto: ORDINE DEL GIORNO AVENTE AD OGGETTO: “ESTENDERE ULTERIORMENTE
L’UTILIZZO E LA PROMOZIONE DEL SOFTWARE LIBERO ED OPEN-SOURCE E
DEI FORMATI APERTI, NONCHE’ LA PARTECIPAZIONE A PROGETTI DI
SOFTWARE LIBERO ED OPEN-SOURCE DA PARTE DEL COMUNE DI TRENTO”,
L’anno duemiladieci, addì ventuno del mese di luglio alle ore 18.11 nella sala delle adunanze a
seguito di regolari avvisi, recapitati a termini di legge, si è riunito il Consiglio comunale.

Assume la presidenza il signor Renato Pegoretti.
Partecipa il Segretario generale del Comune dott.ssa Cecilia Ambrosi.
Riconosciuto legale il numero degli intervenuti il Presidente, dichiara aperta la seduta per la
trattazione dell’oggetto suindicato.
Il Consiglio comunale
visto l’ordine del giorno 29.01.2010 dei Consiglieri Franceschini, de Eccher, Ducati,
De Stefano, Porta, Pedrini, Dal Rì, Serra, Cia, Purin, avente ad oggetto: “Estendere ulteriormente
l’utilizzo e la promozione del software libero ed open-source e dei formati aperti, nonché la
partecipazione a progetti di software libero ed open-source da parte del Comune di Trento”;
visto l’emendamento al dispositivo dell’ordine del giorno soprarichiamato fatto
proprio dai presentatori e dai sottoscrittori e votato contestualmente all’ordine del giorno ai sensi
del combinato disposto dell’art. 101, comma 4, e dell’art. 99, comma 3, del Regolamento del
Consiglio comunale;
constatato e proclamato da parte del Presidente, assistito dai segretari questori in
qualità di scrutatori, il seguente esito della votazione:
presenti n. 37 (trentasette), voti favorevoli n. 32 (trentadue), voti contrari nessuno, Consiglieri
astenuti n. 5 (cinque)
approva
il seguente ordine del giorno.

Premesso che:
con il termine software si intende un programma o un insieme di programmi in grado di
funzionare su un calcolatore elettronico: è un insieme di istruzioni scritte da uno o più
programmatori in un linguaggio di programmazione che istruiscono il calcolatore sulle
operazioni da compiere per elaborare dei dati. Vi sono vari tipi di software dai sistemi operativi
(Windows, GNU/Linux, Unix, MacOS) che permettono ai calcolatori di funzionare, ai database,
ai programmi applicativi come l’editore (o compositore) di testi. Il software è protetto dal diritto
d’autore;
l’accesso al codice sorgente di un programma rende possibile comprenderne il funzionamento
ed effettuarne modifiche e miglioramenti; di norma però il software commerciale viene distribuito
in formato eseguibile e non viene distribuito il relativo codice sorgente che viene gelosamente
protetto dai produttori; questo ha portato nel tempo, a livello internazionale, ad un blocco nella
diffusione della conoscenza del software, che ha innescato una reazione da cui è nato il
movimento del software libero;
il movimento del software libero racchiude due scuole di pensiero: la prima (sostenuta
primariamente dalla Free Software Foundation) che ritiene che il software, in quanto
conoscenza deve essere libero, la seconda (promossa dalla Open Source Initiative) che
sostiene che il software libero è preferibile per motivi tecnici; recentemente si sta affermando il
termine FLOSS che unisce in un’unica locuzione le due scuole di pensiero;
con il termine software libero (free software in lingua inglese) si intende quel software
liberamente accessibile e modificabile, non necessariamente gratuito; esso risponde alle 4
libertà:
1. libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo;
2. libertà di studiare il funzionamento del programma e di adattarlo alle proprie esigenze;
3. libertà di redistribuire copie del programma;
4. libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti;
con il termine software open source si intende quel software che soddisfa i dieci criteri stabiliti
nella Open Source Definition, tra i quali, ridistribuzione libera, il programma deve comprendere
il codice sorgente che può essere modificato, non discriminazioni contro persone, gruppi o
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settori di applicazione, neutralità tecnologica, ecc;
– il software libero (od open source) ammette la commercializzazione del software licenziato;
– le due definizioni non implicano differenze rilevanti ed infatti individuano sostanzialmente lo
stesso insieme di licenze (cioè sono pochissime le licenze che sono di software libero ma non
open source, e viceversa);
– con il termine software proprietario (artefatto software che non rispetta le libertà sopra
enunciate) si intende di solito il software prodotto e distribuito in esclusiva da un produttore, che
ne detiene il diritto d’autore ed impedisce l’accesso al codice sorgente, limitandosi a vendere
licenze d’uso: anche il cosiddetto freeware, cioè software non FLOSS ma utilizzabile a costo
zero, è software proprietario;
– per licenza si intende quella prescrizione che disciplina i termini d’uso del software. Spesso le
licenze di software proprietario precisano che il software può essere usato solo su un singolo
computer e proibiscono ogni modifica del software stesso;
– le licenze di software libero ne permettono il libero uso, la copia, lo studio ed il miglioramento;
tra le più diffuse licenze di software libero sono la GNU-GPL (General Public License) la licenza
Apache, la BSD (Berkeley Software Distribution) e la CPL (Common Public License);
– con il termine formato aperto si intende un formato dati reso pubblico, documentato
esaustivamente ed esente da qualsiasi diritto di terzi che limiti l’uso del formato o della relativa
documentazione;
riconoscendo che:
– il FLOSS, da una parte garantisce un ottimale impatto economico (con l’abbattimento dei costi
di sviluppo e manutenzione) e sociale delle decisioni di spesa in informatica delle pubbliche
amministrazioni, dall’altra realizza valori Costituzionalmente rilevanti (libertà d’informazione,
d’iniziativa economica e della cultura, pluralismo informativo, uguaglianza e solidarietà);
– l’utilizzo del FLOSS, consente una maggiore efficienza dell’amministrazione pubblica, il
potenziamento delle relazioni inter-organizzative attraverso lo scambio con formati aperti, la
crescita della trasparenza ed un’estensione dell’accesso: permette infatti un risparmio
economico non trascurabile per la PA nel suo complesso per il fatto che il FLOSS può essere
condiviso più facilmente con altre amministrazioni; inoltre la manutenzione nel tempo del
software, solitamente assai onerosa, può beneficiare dei contributi provenienti dall’esterno. La
trasparenza offerta dal FLOSS permette di riconoscere e risolvere in maniera più rapida i difetti
del software, aspetto di fondamentale importanza per quanto riguarda la sicurezza di utilizzo.
– l’utilizzo del FLOSS ha un impatto positivo sulla salvaguardia dell’ambiente, facilitando il riciclo
ed il riuso dell’hardware e limitando l’impatto dell’e-waste che comprende i rifiuti di tutte le
apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), che richiedono un particolare e costoso
trattamento ad hoc. L’uso del software di tipo proprietario richiede, infatti, quasi sempre ad ogni
nuova release, l’adeguamento dell’hardware con macchinari sempre più potenti e sofisticati;
– l’acquisto di soluzioni FLOSS e/o di servizi per l’installazione, avvio, manutenzione, sviluppo,
ecc. di soluzioni FLOSS, ha normalmente ricadute più dirette sull’economia del territorio locale
rispetto alla spesa per l’acquisto di diritti d’uso (licenze) da ditte nazionali o multinazionali, e
quindi può costituire un volano importante per lo sviluppo di realtà innovative nell’economia
locale;
– un aspetto assai rilevante riguarda la formazione del personale: il software FLOSS può essere
diffuso a costo zero tra coloro che partecipano ai corsi, e nessun limite è posto alla possibilità di
studiare il software nei minimi dettagli.
– il software libero risponde meglio ai principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione
amministrativa, all’esigenza di sicurezza e all’indipendenza dai singoli fornitori;
visto:
– il D.Lgs. 82/2005 (Codice dell’Amministrazione Digitale) ed in particolare il disposto dell’articolo
68 del Codice dell’amministrazione digitale (D. Lgs. n. 82/2005) secondo il quale le Pubbliche
Amministrazioni, prima di acquisire programmi informatici, devono realizzare una valutazione
comparativa di tipo tecnico ed economico tra le soluzioni disponibili sul mercato, ivi incluse le
soluzioni FLOSS e con obbligo che venga supportato almeno un formato aperto;
– il lavoro della “Commissione per il software libero e a codice sorgente aperto nell’ambito della
pubblica amministrazione”, istituita nell’ottobre 2002 dall’allora Ministro Stanca, che ha portato,
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dopo circa un anno di lavoro, alla pubblicazione dell’”Indagine conoscitiva sul software open
source” condotta con il metodo delle audizioni con associazioni di categoria, operatori pubblici e
privati del settore ed esperti della materia, da cui emerge con chiarezza come le P.A. debbano
valutare con una rigorosa analisi costi-benefici la possibilità di usare software open source e nel
quale si evidenziava che la spesa per il software cosiddetto personalizzato costituisse il 45%
del totale della voce software in prodotti e gestione;
l’Osservatorio Open Source per la rilevazione continua nell’uso del FLOSS presso le P.A.
costituito dal CNIPA (Centro nazionale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione) che dal
1 dicembre 2009 ha assunto la denominazione di “DigitPA”;
il D. Lgs. 28 febbraio 2005 sul sistema pubblico di connettività e cooperazione;
la sentenza del TAR del Lazio 2809/07 del 22.03.07 che riconosce l’obbligo per le Pubbliche
Amministrazioni di realizzare la valutazione comparativa prima di acquisire programmi
informatici;
le varie leggi regionali presentate in questi anni che prevedono più o meno esplicitamente
riferimenti alla diffusione del software libero; la prima regione è stata la Toscana con la L.R. n. 1
del 2004, seguita poi dall’Emilia Romagna, dall’Umbria, dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia e
nel 2009 dal Piemonte;
la Relazione Finale della Task Force Interoperabilità e Open Source costituita nell’ambito del
Progetto Società dell’informazione della Provincia di Trento;
la deliberazione della Giunta provinciale di Trento 15.07.2005 n. 1492 avente per oggetto “Linee
guida in materia di interoperabilità dei sistemi informativi e di software open source” che intende
promuovere tra l’altro, l’adozione di formati aperti, la valorizzazione dei principi
dell’interoperabilità e della cultura del software libero e a sorgente aperto, che vengano
realizzate iniziative che incentivino nel tessuto locale l’adozione di modelli di sviluppo basati su
Software Libero o a codice aperto;
l’ordine del giorno del Consigliere provinciale Bombarda “interventi di informazione e tutela nel
campo dell’informatica e di internet” approvato il 26 marzo 2009 dal Consiglio della Provincia
autonoma di Trento;
che il FLOSS è già ampiamente e con piena soddisfazione adottato all’interno del sistema
informatico del Comune di Trento in quanto GNU/Linux è già il sistema operativo adottato per
numerosi server ed inoltre sono basati su software aperto i principali sistemi di sicurezza come
pure il sistema telefonico VoIP, il framework per lo sviluppo di applicazioni interne, applicativi
per la firma digitale, i database ed i servizi web cartografici;
negli ultimi anni molte amministrazioni pubbliche stanno migrando verso il software libero come
ad esempio Monaco di Baviera, Vienna, Bologna, Arezzo e nella nostra provincia anche il
Comune di Storo, Riva del Garda e Rovereto;
che le soluzione FLOSS rispetto ad analoghe soluzioni proprietarie tendenzialmente
dimostrano:
– migliore qualità: potendo infatti l’utente ispezionare il codice, il produttore deve solitamente
essere più attento alla qualità e documentazione dello stesso (cosa che in generale ne
facilita il mantenimento e l’evoluzione); inoltre, come accennato in precedenza, anche
persone estranee al soggetto produttore esaminano il software e quindi vengono scoperti e
risolti in maniera più veloce eventuali problemi;
– maggiore sicurezza: essendo il funzionamento completamente trasparente e non potendo
nascondere eventuali problematiche avvalendosi del fatto che “nessuno sa come funziona
veramente il prodotto” (security by obscurity) è estremamente più cogente la pressione per
implementare meccanismi sicuri;
– migliore efficacia: lo sviluppo è portato avanti di norma da una comunità che include gli
utilizzatori, e quindi risponde molto efficacemente alle esigenze effettive di chi deve
utilizzarlo, e di norma finisce per adottare standard che permettono una più agevole
interoperabilità;
i formati aperti sono documentati e le loro specifiche sono pubbliche, e ciò costituisce un fattore
fondamentale per la pubblica amministrazione in quanto:
– garantisce la capacità di lettura ed utilizzo (gratuito) dei dati nel lungo periodo senza
incertezza presente e futura riguardo ai diritti legali o le specifiche tecniche (quando un
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formato proprietario smette di essere supportato dal fornitore, tutti i file prodotti risultano
potenzialmente inutilizzabili dato che nessuno, a volte nemmeno il produttore stesso, se è
trascorso un tempo sufficientemente lungo, sa come sono stati scritti);
– non impongono l’uso e/o l’acquisto di un determinato prodotto software per poter utilizzare i
file creati in tale formato garantendo indipendenza (cambiare editor non implica la necessità
di convertire i file, ed in ogni caso la conversione risulta sempre possibile)
– incoraggiano la concorrenza e quindi la qualità; nessun produttore che detiene un controllo
esclusivo può avvantaggiarsene per ostacolare l’uso di prodotti concorrenti;
– annualmente viene organizzata anche a Trento la manifestazione di promozione del software
libero denominata Linux Day, che si tiene solitamente in autunno in tutto il territorio italiano; il
Linux Day è un momento divulgativo rivolto principalmente ai non addetti ai lavori, un’occasione
offerta alla cittadinanza per conoscere il software libero, le sue caratteristiche e le sue
potenzialità;
tutto ciò premesso,
il Consiglio comunale
impegna
il Sindaco e la Giunta comunale
1.
a proseguire ulteriormente nell’introduzione e nell’uso di software FLOSS a tutti i livelli
all’interno dell’Amministrazione comunale;
2. a prevedere la progressiva migrazione, quando economicamente e tecnicamente possibile,
entro il termine della presente consigliatura, dal software di tipo proprietario al FLOSS,
predisponendo e presentando al Consiglio entro 12 mesi dall’approvazione della presente
mozione un apposito progetto con un’attenta valutazione dei costi complessivi (inclusi i costi di
uscita dalle soluzioni adottate) e dei rischi, che includa fra i primi passi l’introduzione del
pacchetto software OpenOffice.org (per scrivere documenti, presentazioni e fogli elettronici) e
l’abbandono ove possibile del software di produttività individuale proprietario;
3. a prevedere in sede di bando per l’assunzione di personale tecnico informatico, quale titolo
qualitativo, la conoscenza, da parte dei nuovi assunti, dei sistemi operativi liberi, quali ad
esempio GNU/Linux e di altri software FLOSS;
4. a seguire le linee sopra elencate anche in occasione di acquisto di software che avvenga
congiuntamente a prodotti hardware;
5. ad adottare entro il termine della presente consigliatura, il formato di dati standard aperto (ad
esempio ODF Open Document Format e PDF) quali formati per i documenti prodotti e gestiti
all’interno e verso l’esterno dell’Amministrazione comunale, utilizzando come riferimento non
esclusivo il repertorio dei formati aperti (Art. 68, comma 4 del Decreto legislativo 7 marzo
2005, n. 82 “Codice dell’ Amministrazione Digitale.”), salvo ricorrano comprovate esigenze ad
impedirlo;
6. a promuovere l’uso dei medesimi formati aperti nella comunicazione con l’Amministrazione
comunale;
7. a mettere a disposizione dei cittadini i moduli elettronici per accedere ai servizi
dell’Amministrazione comunale in formato PDF e/o ODF;
8. ad adottare soluzioni informatiche che assicurino l’interoperabilità e la cooperazione
applicativa e che consentano la rappresentazione dei dati e documenti in più formati, di cui
almeno uno aperto, salvo che ricorrano peculiari, comprovate esigenze;
9. a programmare corsi di riqualificazione informatica del personale per l’impiego di software
libero;
10. a favorire e sostenere il riuso del software utilizzato all’interno dell’Amministrazione comunale
ed in rete con le altre amministrazioni pubbliche locali e favorendo il riutilizzo da parte di altri
del software prodotto internamente dal personale del Servizio Sistema Informativo del
Comune, anche sostenendo la partecipazione del Sistema Informativo a progetti di software
FLOSS;
11. a coordinarsi con altre amministrazioni pubbliche locali realizzando sinergie al fine di
sviluppare soluzioni in software libero dividendone i costi;
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12. ad incoraggiare e promuovere, anche per il tramite di organizzazioni esperte e del sistema
delle biblioteche comunali, la conoscenza e l’uso del software libero tra le organizzazioni
giovanili e le istituzioni scolastiche del territorio;
13. ad inserire nelle direttive e negli indirizzi alle aziende speciali e alle società controllate l’uso
prevalente del software libero;
14. a richiedere in particolare, in quanto azionista, alla società partecipata Informatica Trentina
S.p.A. analoghe, concrete e misurabili azioni verso il FLOSS;
15. a favorire il riuso dell’hardware sia internamente all’amministrazione comunale che nelle realtà
associative di volontariato;
16. a pubblicare, preferibilmente e ove possibile, il proprio materiale cartaceo ed informativo
prodotto, incluso il sito internet comunale, o altri tipi di opere creative, indicando una delle sei
Licenze Pubbliche Creative Commons e riportandone sul materiale prodotto il riferimento e
l’utilizzo dello stesso secondo quanto previsto dalle licenze;
17. a patrocinare l’annuale manifestazione di promozione del software libero denominata Linux
Day, che si tiene solitamente in autunno in tutto il territorio italiano, intervenendo alla
manifestazione locale con il contributo dell’esperienza pratica ed innovativa svolta in questo
campo dal Comune di Trento.
Si dà atto che nella presente proposta non sono ravvisabili aspetti specificatamente tecnico-
amministrativi e contabili.
Allegati parte integrante:
///
Documentazione approvata:
///
IL SEGRETARIO
f.to Ambrosi
IL PRESIDENTE
f.to Pegoretti
Alla presente deliberazione è unito:
– certificazione iter.
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