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Consiglio della Provincia Autonoma di Trento – ORDINE DEL GIORNO N. 25 – 2009

Testo dell’ODG in PDF

Testo dell’impegno in PDF

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
XIV LEGISLATURA
ORDINE DEL GIORNO N. 25

Interventi di informazione e tutela nel campo dell’informatica e di internet

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Testo dell’impegno in PDF

CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
XIV LEGISLATURA
ORDINE DEL GIORNO N. 25

Interventi di informazione e tutela nel campo dell’informatica e di internet

approvato dal Consiglio della Provincia autonoma di Trento nella seduta del 26
marzo 2009, in relazione ai disegni di legge n. 10 concernente “Disposizioni per
l’assestamento del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Provincia
autonoma di Trento (legge finanziaria di assestamento 2009)” e n. 11 concernente
“Assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2009 e
bilancio pluriennale 2009-2011 della Provincia autonoma di Trento”.
Premesso che:
l’articolo 12 del disegno di legge n. 10/XIV apporta ulteriori disposizioni
per lo sviluppo della banda larga, finalizzate alla realizzazione di reti di accesso
complementari alla dorsale provinciale in fibra ottica;
con la diffusione della banda larga – operazione resa possibile con un
ingente investimento pluriennale di decine di milioni di euro – vengono resi
disponibili numerosi e qualificati servizi informatici, concorrendo al superamento
del divario digitale e che con una migliore possibilità di accesso alla rete internet
ed ai servizi informatici diventa sempre più pressante garantire la diffusione della
conoscenza informatica a tutti i livelli – territoriali e socio-culturali – rendendo
così necessario ed urgente affrontare una volta per tutte in una visione ampia ed
articolata i problemi e le opportunità derivanti dall’impatto e dalle potenzialità
dell’informatica e delle moderne tecnologie;
le nuove tecnologie dell’informazione sono fondamentali per il
miglioramento della qualità della vita, per la sicurezza delle persone e per la tutela
della salute e dell’ambiente, per l’educazione e la formazione permanente, per la
competitività del territorio, del tessuto imprenditoriale e della pubblica
amministrazione, e che diventa quindi strategico, al fine di assicurare uno
sviluppo equo della società ed ecocompatibile del territorio, favorire il
superamento del divario digitale all’interno della popolazione, tra le diverse fasce
di età e di reddito, tra diversi livelli di istruzione ed occupazione, tra chi risiede
nei centri maggiori e minori;
2.
in tema di informatica è altrettanto strategico informare ed educare tutti gli
utilizzatori di strumenti informatici rispetto ai temi del risparmio energetico,
dell’inquinamento elettromagnetico e del contenimento delle emissioni
climalteranti. Di particolare importanza appare oggi il tema del corretto impiego a
fine vita utile del materiale informatico – hardware e software – e del cosiddetto
trashware, l’attività di recupero attraverso cui gran parte del materiale considerato
obsoleto viene invece per così dire “rivitalizzato” e reso disponibile, spesso
gratuitamente, per soggetti no profit, per giovani ed anziani, per persone con
ridotta capacità di spesa. Anche per il software si può evitare che diventi un rifiuto
ma si può stabilirne a priori un tempo di impiego, allo scadere del quale si effettua
il passaggio ad altri soggetti. Come ad esempio proposto in Toscana, si potrebbe
istituire una banca dati per il riuso del software nella pubblica amministrazione.
La pubblica amministrazione locale, costituita da numerose realtà con esigenze
simili, è un contesto ideale per coltivare il riuso come strategia di innovazione, sia
da parte degli enti locali che attuano i progetti, sia da parte della Provincia nel suo
ruolo di coordinamento e finanziamento (il riuso dei sistemi software è anche uno
strumento per moltiplicare il ritorno degli investimenti dedicati
all’informatizzazione). Si dovrebbe dunque premiare solo chi promuove il riuso
del software (sia chi lo produce che chi lo utilizza). Per il riuso è fondamentale
l’utilizzo del software libero, così come già affermato dalla Giunta provinciale
(“promuovere tutte le azioni e le raccomandazioni relative al software libero ed
alla interoperabilità” – delibera n. 1492 del 15 luglio 2005);
per favorire le imprese, perché diventino un motore fondamentale per
realizzare l’e-Trentino, si potrebbero ad esempio istituire “mini distretti di
informatica” sparsi sul territorio, basati sulle piccole aziende informatiche
artigiane, che sono di fatto le botteghe del sapere, dove si potrebbero concentrare
piccoli progetti di tipo “comunitario” e che vanno verso una visione di un futuro
sostenibile; inoltre potrebbe essere utile istituire luoghi di conoscenza, circoli e
punti territoriali, veri e propri nodi di una rete di presidi informatici di educazione
permanente sparsi sul territorio, dove l’utente possa trovare le condizioni
ambientali più adeguate alle proprie esigenze di apprendimento, usufruire
agevolmente di una postazione informatica avendo a sua disposizione uno o più
assistenti che lo seguiranno durante il percorso di formazione, con particolare
attenzione alle fasce esposte al digital divide: anziani, donne, immigrati, disabili. I
circoli potrebbero avere la funzione di educare all’uso consapevole delle
tecnologie ed è importante che non facciano uso esclusivo di software proprietario
e che invece diffondano ed utilizzino, in linea con quanto enunciato dalla Giunta,
ove possibile, software libero. Dovrebbero concentrarsi, in particolare, non tanto
sulla semplice alfabetizzazione informatica quanto sulla comprensione delle
nuove tecnologie dal punto di vista delle possibilità di accesso che possono
offrire; l’apprendimento consapevole dei modi di comunicazione in rete, per
inviare il messaggio adatto al contesto e ai propri obiettivi; la conoscenza dei
servizi disponibili e dei vantaggi (o svantaggi) che il loro uso comporta;
sull’esempio di altri paesi europei, occorre introdurre con maggiore
determinazione il software libero – previsto tra l’altro con la delibera della Giunta
provinciale n. 1492 del 15 luglio 2005 di emanazione delle “Linee guida in
materia di interoperabilità dei sistemi informatici e di software open source” –
anche come criterio di sostegno all’innovazione nel mondo delle imprese. Come
3.
ampiamente dimostrato da tutti gli studi di settore, chi produce software libero,
sebbene tutelato dal “solo” diritto d’autore riesce a costruire la sua fonte di
sostentamento dalla capacità di produrre software di eccellente livello, spesso
implementato e migliorato anche da altri, e poi dalla sua capacità di fornire servizi
a quanti ne fanno uso, costruendo un rapporto virtuoso in termini economici e di
crescita. Non quindi prodotti ma servizi, non quindi licenze o altre tasse, ma
possibilità di costruire occupazione, modelli di sviluppo, occasioni di eccellenza.
È un modello economico che conserva ed estende il patrimonio delle conoscenze
senza che queste diventino proprietà esclusiva di qualcuno. Vantaggi strategici:
1) autonomia tecnologica: la tecnologia usata non è più di proprietà esclusiva di
un singolo soggetto; 2) si ha l’indipendenza dal fornitore e pieno possesso delle
tecnologie utilizzate; 3) accesso alla tecnologia: il software libero permette di
superare il divario tecnologico garantendo a tutti completo accesso alle tecnologie
su cui è basato. Vantaggi sociali: 1) valore culturale: il carattere pubblico e la
condivisione dei risultati provoca la diffusione delle conoscenze che non restano
confinate in industrie private o centri di ricerca; 2) sviluppo professionale:
basandosi su una economia dei servizi viene incentivato lo sviluppo professionale
e la crescita delle competenze sul territorio. Vantaggi economici: 1) stimolo alla
concorrenza: mettendo tutti sulle stesse basi di partenza il software libero
favorisce la concorrenza sui servizi disincentivando rendite di posizione e
politiche di lock-in; 2) sviluppo economico: pagando per i servizi effettivamente
svolti e non per le licenze, gli investimenti producono valore sul territorio
favorendo al contempo l’economia locale. Il software libero si configura come
bene pubblico: chiunque può usarlo e trarne beneficio; il suo miglioramento va a
beneficio di tutti; gli attori economici operano su un piano di parità. Usare il
software libero è una scelta per incrementare un patrimonio comune e non quello
di una singola azienda. Indipendentemente dalle caratteristiche tecniche il
software libero garantisce in definitiva una serie di vantaggi: indipendenza
tecnologica; diffusione della conoscenza; creazione di competenze di alto livello;
abbassamento delle barriere di accesso alla tecnologia; stimolo della concorrenza;
sostegno all’economia locale;
con la diffusione di internet i giovani possono essere esposti a situazioni di
reale pericolo personale per la possibilità di accesso a contenuti non idonei sotto il
profilo formativo-educativo: per questa ragione dovrebbe essere obiettivo
primario quello di promuovere, al fianco della diffusione “fisica” della rete, anche
una costante informazione riguardo la conoscenza dei rischi derivanti dall’uso
delle moderne tecnologie e la sicurezza della navigazione in internet, avviando
una serie di iniziative rivolte in modo particolare all’ambito scolastico per
informare e tutelare adeguatamente i giovani che si avvicinano all’utilizzo della
rete internet;
nella scorsa legislatura la Giunta provinciale ha istituito il progetto e-
Society, nel cui ambito hanno operato alcune task-force e che è ora opportuno,
proprio alla luce dell’imponente progetto di sviluppo tecnologico derivante dalla
diffusione della banda larga, rilanciare su nuove basi e con nuovi investimenti
questo progetto e dare corso a quanto già proposto dai diversi gruppi di lavoro,
4.
IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
impegna la Giunta provinciale
1. a programmare e realizzare nel corso della legislatura un piano pluriennale per
l’educazione e la formazione informatica ed all’uso delle moderne tecnologie
da parte della popolazione trentina, in collaborazione con l’università, le
fondazioni, i centri di ricerca e le istituzioni scolastiche;
2. a rilanciare il progetto di e-Society e a dare corso ai progetti formulati dalle
task-force;
3. a favorire l’accesso all’utilizzo di piattaforme e programmi a formato libero e
aperto;
4. sostenere il riuso del software, in particolare nell’ambito della pubblica
amministrazione;
5. a favorire l’attività di trashware, in particolare se realizzata da associazioni di
volontariato, anche al fine di destinare i personal computer recuperati ad
associazioni, organizzazioni no profit, giovani, anziani e persone a bassa
capacità di spesa;
6. ad incentivare l’accesso alla formazione iniziale e permanente ed
all’informazione relativa ai servizi di pubblica utilità e di sicurezza personale e
sanitaria trasmessi con la rete internet e resi più disponibili con la diffusione
della banda larga e delle moderne tecnologie, anche attraverso la diffusione ed
il sostegno su tutto il territorio provinciale di circoli della conoscenza e di
mini-distretti di informatica;
7. a valutare la fattibilità ed in caso positivo a promuovere l’organizzazione, a
cadenza annuale, della settimana dell’informatica e del software libero rivolta
in particolare alle giovani generazioni;
8. a promuovere una costante informazione riguardo la sicurezza della
navigazione in internet, avviando in particolare una serie di iniziative rivolte
all’ambito scolastico, al fine di informare e tutelare i giovani che si avvicinano
all’utilizzo della rete.
Il Presidente
– Giovanni Kessler –
I Segretari questori
– Renzo Anderle –
– Pino Morandini –
– Alessandro Savoi –

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