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Letture Interessanti

A volte si trovano dei documenti interessanti o ci si imbatte in libri piacevoli e non si sa dove sbatterli 😉

L’obiettivo qui è di presentare degli spunti ipertestuali in maniera discorsiva, non il solito sterile elenco, in modo che la pagina stessa rimanga piacevole da leggere, oltreché interessante.

Letture interessanti

A volte si trovano dei documenti interessanti o ci si imbatte in libri piacevoli e non si sa dove sbatterli 😉

L’obiettivo qui è di presentare degli spunti ipertestuali in maniera discorsiva, non il solito sterile elenco, in modo che la pagina stessa rimanga piacevole da leggere, oltreché interessante.

Letture interessanti

Sui Sistemi Operativi

LucaManini è sempre una buona fonte di link, è quindi con lui che inauguro la pagina. Rispondendo a una mail, ha citato un libro di Andrew S. Tanenbaum, a suo dire uno dei più bei libri di OS: Modern Operating Systems.

A.S. Tanenbaum è l’autore di Minix, un sistema operativo unix-like, sviluppato a scopo didattico e distribuito coi sorgenti insieme a un suo libro. A causa della licenza d’uso, LinusTorvalds anni più tardi si vedrà costretto a partire da zero per sviluppare GnuLinux. Nel 1992, quindi nell’infanzia di GnuLinux, tra in due vi è stato un interessante scambio di opinioni (vedi The Tanenbaum-Torvalds Debate) sul come fosse opportuno scrivere un sistema operativo moderno.

“Amici di Sofia”

Uno dei libri che regalo più spesso è L’Arte di Ottenere Ragione, di Arthur Schopenhauer. Scritto nel 1830, è decisamente godibilissimo e sempre attuale. Tratta una discussione tra due persone quasi fosse un gioco di strategia, individuandone delle regole generali e delle linee di condotta tese non tanto nel dimostrare vera la propria posizione, quanto nel vincere lo scontro. Come in qualsiasi sport vi è sì l’abilità personale ma quando l’avversario è più bravo è più o meno lecito commettere un fallo, così con degli arguti stratagemmi, introdotti da numerosi esempi, Schopenhauer spiega come separare il concetto di verità da quello di avere ragione.

Di hacker e cracker

Le vicende di hacker e cracker hanno spesso occupato le pagine dei giornali, soprattutto nel periodo della bolla Internet. Una cosa che, forse, non tutti sanno è che esiste una discreta varietà di libri dedicati all’argomento: alcuni emozionanti come una spy-story, altri simili ad un trattato di sociologia, altri ancora quasi dei manuali di ingegneria sociale e di altri trucchi del mestiere. Ecco una breve lista.

Cliff Stoll, The Cuckoo’s Egg, 1990.

Cliff Stoll è un astronomo al Lawrence Lab di Berkeley, riciclatosi system manager. Un errore di 75 centesimi nel sistema di accounting del sistema informatico del laboratorio lo spingerà ad inseguire dei cracker per le reti di due continenti, collaborando con l’FBI contro il nemico classico del periodo della guerra fredda: il KGB. Una storia vera ed emozionante fino all’ultima pagina. Una descrizione meno avventurosa e più tecnica della vicenda si può leggere in questo articolo di CACM.

Piccolo quiz: qual è il programma un cui bug permette ai cracker di farsi largo nei computer del laboratorio di Stoll?

Steven Levy, Hackers, 1994.

Una descrizione appassionata dei personaggi che hanno creato e vissuto l’etica hacker (e di chi l’ha combattuta), i loro computer e i loro laboratori. Sono tanti: da Richard Greenblatt a Stephen Wozniak, da Steven Jobs a Bill Gates, Roberta e Ken Williams, per finire con l’ultimo hacker: Stallman.

Probabilmente uno dei libri migliori per capire cos’è l’etica hacker. Per i pigri: A philosophy of sharing, openness, decentralization, and getting your hands on machines at any cost – to improve the machines, and to improve the world.

Disponibile attraverso il CBT.

Jonathan Littman, The Watchman, 1997.

Fatti e malefatte di Kevin Poulsen, a.k.a. Dark Dante, phreaker (phone cracker) di Los Angeles. Le migliori? Controllare le linee telefoniche di una radio in modo da essere il 102mo chiamante e vincere così la Porsche in regalo, entrare negli uffici degli addetti alla sicurezza di Pacific Bell che gli danno la caccia, violare i computer della polizia per recuperare le informazioni che lo riguardano, mettere fuori uso le linee telefoniche del programma Unsolved Mysteries – una sorta di Chi l’ha visto? per rintracciare i criminali – che trasmetteva una puntata dedicata al suo caso.

E’ stato catturato nel 1991 ed è uscito di prigione nel giugno del 1996. In seguito ha lavorato per securityfocus.com

Jonathan Littman, The fugitive game, 1997.
Un altro libro di Littman, questa volta dedicato a Kevin Mitnick, alle sue avventure e disavventure, alla criticabile condotta giudiziaria dei suoi accusatori, al controverso ruolo di Tsutomu Shimomura e all’atteggiamento dei media, e del giornalista John Markoff in particolare, nei confronti dell’intera vicenda.
Pekka Himanen, with Linus Torvalds and Manuel Castells, The Hacker Ethic.

Linus Torvalds, nel suo Prologo asserisce che per l’hacker “il computer in se stesso è divertimento”, intendendo con ciò che l’hacker programma perché reputa la programmazione interessante in se, eccitante e gioiosa. Lo spirito che sottende le creazioni di altri hackers è molto simile a questo. Torvalds non è infatti solo nel definire il suo lavoro con asserzioni quali: “Gli Hacker di Linux fanno qualcosa perché la trovano molto interessante”. Ad esempio, Vinton Cerf, che è spesso indicato come “il padre di internet”, definisce le affascinanti imprese della programmazione con: “C’è qualcosa di incredibilmente eccitante nel programmare.” Steve Wozniak, la persona che ha costruito il primo personal computer, parla senza mezze misure della sua scoperta dei prodigi della programmazione: “E’ senza dubbio il mondo più intrigante”. Questo è quindi lo spirito generale: gli hackers programmano anzitutto perchè le sfide della programmazione sono per loro intrinsecamente interessanti. I problemi legati alla programmazione determinano in loro una curiosità genuina che gli spinge ad imparare ancora. L’ Hacker è entusiasta di queste cose, lo stimolano. Dal MIT degli anni sessanta in su l’hacker classico si risveglia nel primo pomeriggio e comincia a programmare, continuando i suoi sforzi profondamente immerso nei codici, fino alle prime ore del mattino. Un buon esempio di ciò è il modo tramite il quale la sedicenne Sarah Flannery, hacker irlandese, descrive il suo lavoro nel cosiddetto algoritmo di criptazione Cayley-Purser: “Ho provato una forte sensazione di eccitazione…Ho lavorato costantemente per giorni interi, ed è stato indescrivibile. Ci sono state volte che non avrei mai voluto smettere.” L’attività dell’hacker è piacevole. Spesso ha radice nel gioco.

Il primo capitolo e’ disponibile sul web, legalmente.

Un po’ di storia

Pensate davvero che tutto nel mondo dell’IT sia volatile e destinato a rapidamente scomparire come l’ultima tecnologia, l’ultima moda in materia di tecniche di sviluppo del software o quel bellissimo framework che usavate ogni giorno solo un paio di anni fa e di cui ora non vi ricordate nemmeno il nome? Per fortuna, alcune cose resistono più a lungo di una stagione, tanto che a qualcuno viene persino la voglia di raccontarne la storia. Ecco alcune delle storie più interessanti, avvincenti o importanti.

Software Libero

Peter H. Salus, The daemon, the gnu, and the penguin. A History of Free and Open Source, 2005

Citando l’autore, questa è “la storia di come l’avvento del computer e di Internet abbia fatto diffondere il concetto accademico di condivisione, e come questo, a sua volta, ci abbia portato al software libero e open, che cambierà radicalmente il modo in cui lavoriamo.

Quest’opera non contiene solo la storia di Linux, della Free Software Foundation (FSF), di Internet, dei modelli di licenze per il software, e una miriade di altri argomenti. Conterrà moltissime storie, che (spero) serviranno da antidoto al FUD sparso da coloro che temono che questo cambiamento distrugga il loro business”.

La storia è pubblicata a puntate su groklaw. Ad oggi, l’ultimo capitolo pubblicato è il ventiduesimo. Di lì sono raggiungibili tutti i precedenti capitoli.

L’opera è distribuita in accordo alla licenza Creative Commons license, 2.0, attribution, noncommercial, noderivatives.

Internet

TBD.

UNIX

TBD.

Linux

TBD.

Varie ed eventuali

Douglas Coupland, Microservi, 1995

Ecco un libro che non può mancare nella collezione di ogni appassionato di Linux con un po’ di sana acredine nei confronti del gigante di Redmond: Microservi. Microservi? Non suona familiare? Be’, per intenderci, a pagina 12 si legge: “Ho 26 anni e il mio universo consiste in casa mia, la Microsoft e i supermercati Coastco.” No, non è un romanzo dell’orrore! E’ invece un libro piacevole, nel tipico stile di Coupland, sul senso della vita, l’importanza di essere 1.0 e smettere di essere un microservo, il lavoro e le macchine, l’informatica e molto altro ancora.

Disponibile attraverso il CBT.

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